Tumore: i telomeri (parte quarta).
Una delle più importanti protezioni della cellula dalla trasformazione neoplastica è rappresentata dai telomeri. Essi sono delle sequenze di DNA che si trovano nelle estremità dei cromosomi; ad ogni divisione cellulare i telomeri si accorciano e quando raggiungono una certa dimensione ( - 6 Kb), le cellule cui appartengono vanno verso l'apoptosi (morte cellulare); questo fenomeno viene chiamato "senescenza replicativa".
Ci sono alcuni tipi di cellule nel nostro corpo, tra cui le cellule tumorali, che possiedono un enzima chiamato "telomerasi" che dopo una divisione cellulare, riallunga i telomeri dellacellula stessa, conferendo ad essa una cossiddetta immortalità. Le cellule "immortali" del nostro corpo sono le germinali, le staminali, i linfociti T della memoria e appunto le cellule tumorali. Un altra grande differenza tra le cellule normali e le cellule tumorali è la loro proliferazione; mentre la proliferazione delle cellule normali, è influenzata dai fattori di crescita dell'ambiente circostante, questo non avviene nelle cellule tumorali, perchè sono indipendenti dai segnali esterni.
Come abbiamo visto in precedenza, nelle cellule normali c'è una serie di geni che codificano fattori di crescita come il TGF-B (trasforming Growth Factor beta), enzimi inibitori come il p15, il pRB, fattori di trascrizione come la famiglia E2F; tutti insieme regolano la corretta divisione cellulare.
Nelle cellule cancerogene troviamo geni mutati che producono recettori anomali o fattori di inibizione inerti, che non controllano più la divisione cellulare con conseguente accrescimento continuo della massa tumorale. Alcuni fattori di crescita sono inoltre importanti per sopprimere l'eccesso delle cellule infiammatorie, che sappiamo essere uno dei meccanismi di difesa del nostro corpo, quindi se le cellule tumorali producono troppi fattori di crescita, viene meno la difesa nei tessuti (questo succede soprattutto negli stadi avanzati).
Molti studi hanno dimostrato uno stretto rapporto tra i livelli elevati di estrogeni nel sangue e il tumore della mammella, anche se l'associazione è stata riscontrata nelle donne in menopausa o postmenopausa; un altro fattore di rischio per il cancro al seno è un alto livello di androgeni perchè vengono convertiti in estrogeni dalla aromatasi.
È stato notato che nei tumori maligni un enzima noto come HER2/neu porta all'autofosforilazione del recettore di questo enzima ottenendo una costante autoattivazione, inoltre in queste situazioni abbiamo di solito nello stesso tempo, mutato il gene di soppressione tumorale. Avremo quindi PTEN, pRB e p53 ovvero i geni soppressori, che non fanno il loro compito e la crescita tumorale diventa inarrestabile.
Un'altra caratteristica dei tumori è la loro capacità di generare vasi sanguigni propri(angiogenesi).
All'inizio il tumore è sferoidale (1-3 mm) poi liberando fattori di crescita endoteliali vascolari (VEGF1 e 2) e nello stesso tempo venendo prodotti dei fattori che inibiscono le proteine antiangiogenetiche, riescono a sviluppare i primi capillari che si agganciano al sistema vascolare del corpo. Il sistema vascolare di un tumore però è anomalo perchè troveremo vasi tortuosi, capillari senza membrana basale, ci sono aneurismi; queste strutture anomale e poco strutturate creano un ambiente con un alta tensione interstiziale che non garantisce unadeguato apporto di sangue; forse è proprio per questo che la chemioterapia non ha la massima efficacia. Si crea così una massa tumorale acida e ipossica, con un metabolismo prettamente glicolitico (ovvero il nutriente principale è il glucosio).