Tumore: l'oncogene (parte seconda).

La genesi di un tumore non ha ancora trovato una teoria che sia in grado di spiegare questa anomalia del nostro corpo.
Il punto di riferimento sulla genesi di un tumore per la medicina classica è che i geni "oncogeni" non sono piu' controllati dai geni cossiddetti "oncosopressori" ed inoltre gli "oncogeni" subiscono delle modificazioni strutturali che alterano i segnali regolatori della funzionalità cellulare; uno dei danni maggiori è la mancanza di controllo della proliferazione cellulare; quindi l'oncogene "silente" si trasforma in oncogene "attivo".
L'oncogene silente rimane tale finché specifici geni detti "controllori" evitano che si modifichino; ma se qualche sostanza chimica fa in modo che avvengano delle modificazioni nei geni controllori come la sostituzione di un aminoacido, essi non riescono più a svolgere il loro compito e così l'oncogene silente si attiva. Alcuni oncogeni codificano proteine che somigliano a determinati fattori di crescita cellulare oppure somigliano a recettori di membrana cellulare specifici per questi fattori di crescita; così tali recettori trasmettono il messaggio del fattore di crescita nel citoplasma.
Altri oncogeni codificano proteine nucleari che si legano al DNA; quindi questi oncogeni multipli possono collaborare e ottenere la produzione di un segnale di crescita permanente non più in armonia con la crescita cellulare normale.
Quindi l'esposizione a sostanze chimiche carcinogeniche presenti nell'ambiente, rappresenta probabilmente il fattore di rischio più importante (affiancando altri fattori come sesso, età, razza, predisposizione genetica) nell'insorgenza di malattie neoplastiche; infatti fino ad ora sono noti almeno 100 carcinogeni chimici. Il mondo accademico concorda che un sistema immunitario efficace è già una garanzia di difesa contro "proliferazioni anomale" nel nostro corpo quindi conviene usare con cautela e solo se necessario cortisonici e immunosoppressori.